lunedì 28 marzo 2016

Diventare uomo: un percorso doloroso

Cambiare sesso: una scelta difficile preceduta il più delle volte da un cammino doloroso per chi la compie e per coloro che ha vicino, ma per molti indispensabile.
Vivere il senso di inadeguatezza verso il sesso d'origine, e di appartenenza a quello opposto, è una condizione molto dura psicologicamente, sia per il profondo senso di disagio esistenziale che essa comporta sia per gli scontri con una società spesso non ancora pronta ad affrontare il problema.
Sono una ventina ogni anno le italiane che scelgono di diventare maschi, sottoponendosi ad un intervento di falloplastica. Il dato emerge dal 75.mo Congresso nazionale della Società italiana di urologia, in corso a Perugia.
A scegliere di cambiare sesso sono, in genere donne di 30-40 anni, con alle spalle una storia di sofferenza anche psicologica. Prima di finire sotto il bisturi devono ottenere l'autorizzazione dal Tribunale. Ma non prima di aver seguito lunghe terapie ormonali e psicologiche, necessarie ad attestare un'identità di genere diversa da quella anagrafica. Non sono rari i casi in cui, a volere la trasformazione, sono donne che hanno già avuto dei figli. Il problema dell'identità sessuale coinvolge il sessuologo medico, lo psichiatra e, per l'aspetto chirurgico, l'urologo-andrologo.
Compito dell'urologo, in équipe con il sessuologo, quello di indicare l'eventuale terapia ormonale sostitutiva, in preparazione all'intervento stesso, e di illustrare le varie tecniche di creazione del nuovo pene, diverse a seconda che si tratti di una ricostruzione o di una variazione di sesso.
Solitamente sono necessari tre interventi: nel primo gli organi femminili vengono asportati (isterectomia totale), mentre nel secondo con una mastectomia vengono eliminati i seni; a volte questi due interventi vengono abbinati. Nel corso del terzo intervento vengono ricostruiti i genitali maschili. La durata è di circa 10-12 ore: il pene e i testicoli vengono ricostruiti con parti anatomiche artificiali (neopenoide) che vengono ricoperte con epidermide prelevata da varie parti del corpo, di solito l'avambraccio; il clitoride non viene asportato ma lasciato scoperto o incorporato nel lembo di pelle che ricopre il neopene, per consentire una buona sensibilità orgasmica.
Ovviamente oltre ai rischi generici ve ne sono di specifici, tra cui il rigetto delle protesi utilizzate, inoltre il livello estetico e sensibile, benché spesso buono, non è allo stesso livello di quello della riattribuzione andro-ginoide.

0 commenti:

Posta un commento